lunedì 16 gennaio 2012

Il naufragio della nave Costa Concordia visto da Google Maps

La mappa realizzata da Repubblica online

Il naufragio della nave da crociera Costa Concordia avvenuto il passato 13 gennaio è stato rappresentato sul web, in poche ore, da decine di mappe realizzate da testate giornalistiche, social media, blog, etc. Effettivamente l'aspetto “spaziale” riveste estrema importanza nell'incidente essendo all'origine del naufragio, anche se le dinamiche sono ancora da chiarire nei dettagli. La maggior parte delle rappresentazioni spaziali dell'incidente è realizzata con Google Earth/Google Maps. Tra le innumerevoli mappe cito quelle di alcune testate italiane: il quotidiano Repubblica nell'edizione online ha realizzato una mappa che indica il luogo in cui la nave ha urtato lo scoglio di granito aprendo una falla (vai alla mappa): tale mappa è stata visualizzata in poco tempo svariate migliaia di volte, come si vede nel contatore, pur risultando estremamente scarna (non è stato nemmeno rappresentato il presunto percorso della nave ma solamente il luogo dell'impatto). Panorama ha fatto poco meglio disegnando una mappa che mostra sia il luogo dell'impatto che quello dell'arenamento (vai alla mappa). Mappe più interessanti ci paiono quelle realizzate utilizzando i dati AIS inviati dalla nave prima di affondare.

L'ultimo tratto del percorso mappato utilizzando i dati AIS della nave

AIS che sta per Automatic Identification System è un sistema che le navi superiori ad una certa stazza devono installare in accordo alle norme di navigazione internazionali: esso permette di inviare dati relativi alla posizione, alla velocità, etc. ottenuti tramite GPS e altri sistemi installati sulla nave. Tali dati vengono solitamente resi di dominio pubblico su Internet e numerosi siti li utilizzano quindi per realizzare mashup con Google Maps (e piattaforme simili), mostrando la posizione delle navi sulla mappa in tempo quasi reale. Il sito Marine Traffic, utilizzando i dati AIS inviati dalla Costa Concordia prima dell'affondamento ne mostra il percorso (ultimi 30 minuti) su una mappa Google visibile qui.

giovedì 12 gennaio 2012

Mappe per comunicare storia: georeferenziazione dei testi biblici

I luoghi del libro della Genesi visualizzati in Google Maps

Negli ultimi tempi ho visto nascere svariate applicazioni che fanno uso di Google Maps/Earth per comunicare conoscenza storica: le mappe non vengono dunque solamente utilizzate per condividere informazioni relative al presente e alla contemporaneità (ad es. lo stato del traffico, la localizzazione dei centri commerciali, etc.) ma diventano strumento per investigare e divulgare in qualche modo la storia. Non si contano ormai più gli esempi perciò in questo e in prossimi articoli vorrei presentarne alcuni, sempre con un occhio critico. Lavorando per il Master in Comunicazione storica dell'Università di Bologna provo infatti un crescente interesse per l'argomento, che vorrei dunque condividere in “pillole” su questo blog. All'interno dunque di quest'ambito che si potrebbe definire “cartografia online per comunicare la storia” ho notato l'emergere di usi specifici al quale vorrei fare qui cenno: la georeferenziazione (o geocodifica) di testi antichi. Intendo con questo termine il procedimento con il quale si sono in qualche modo portati testi antichi, di generi differenti, su Google Maps/Earth, a fini di studio e di divulgazione. Varie iniziative si hanno ad esempio per quanto riguarda la Bibbia le quali hanno cercato di individuare e georeferenziare sui livelli cartografici di Google Maps i luoghi di cui si parla nel testo biblico, offrendo in questo modo un servizio al lettore, curioso, appassionato, studioso, etc. del testo biblico. Cito come esempio il portale OpenBible.info che presenta una sezione chiamata Bible Geocoding nella quale sono raccolti vari file KMZ, visualizzabili in Google Maps/Earth che contengono i segnaposto relativi ai luoghi citati nei libri biblici.

Il Primo libro di Samuele (episodio di Davide e Golia) in Google Earth

Non scendo qui nei dettagli (non ne avrei le competenze) sulle fonti e sull'accuratezza delle localizzazioni, nel sito sono riportate le fonti scientifiche utilizzate per la georeferenziazione. I file KMZ presenti sul sito sono divisi per libro e questo permette di rendere gestibile il numero di segnaposto: il testo biblico è infatti talmente “impregnato” di riferimenti topografici che avere tutti i luoghi in un unico file creerebbe un sovraffollamento impossibile da decifrare (per gli arditi il sito fornisce comunque anche un KMZ con tutti i luoghi). L'iniziativa mi pare dunque un utile servizio e risulta molto semplice da utilizzare, anche se la simbologia lascia a desiderare (le icone sono tutte identiche) e l'interfaccia d'accesso potrebbe essere studiata meglio.